Qualcuno l'ha chiamato “circolo vizioso”, qualcun altro è arrivato a definirla la “tempesta perfetta”: chiamiamola come vogliamo, ma è chiaro che il cospicuo aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce (Banca Centrale Europea) ha già iniziato a tradursi in un rincaro delle rate dei mutui a carico delle famiglie. Unito a questo, c'è anche l'aumento dei costi dell'energia di cui più volta abbiamo parlato: da qui, il mix pericoloso di rincari per le famiglie, a fronte di stipendi rimasti invariati.
Purtroppo, la mossa della Bce di alzare i tassi è risultata praticamente obbligata, vista l'inflazione in Italia che ha sfiorato il 10%. Per quanto necessaria, i danni verranno pagati soprattutto dalle famiglie europee e, in questo caso, italiane. L'aumento dei tassi andrà ad impattare sulle rate sia dei mutui a tasso variabile, ma anche sui nuovi finanziamenti a tasso fisso. Il 2023 rischia di essere ancora peggio: gli istituti di credito ipotizzano un ulteriore incremento dello 0,5% sui tassi entro fine anno (2022) e poi dello 0,5-0,75% nella prima metà del 2023. La previsione sui tassi dei mutui per il prossimo anno è che il tasso della BCE arrivi a un valore tra il 2 e il 2,5%, facendo salire sia i tassi fissi che quelli variabili rispettivamente del 3,5-4% e del 2,5-3%.
Tradotto in soldoni, che aumenti ci saranno per le famiglie? Vediamolo insieme con alcune simulazioni effettuate dall'osservatore indipendente MutuiOnline.it.
Una persona con un lavoro da impiegato di 39 anni che chiede 140mila euro di mutuo di 20 anni per una casa da 200mila euro circa, fino all'anno scorso poteva accedere ad un mutuo a tasso fisso con un tasso del 3,36%, che equivaleva ad una rata da 802 euro. Adesso, con l'aumento di 75 punti base imposto dalla Bce, la rata è diventata di 857 euro. Ogni anno, insomma, il nostro signor X spenderà 660 euro in più. Sommati per i 20 anni del mutuo, sono 13mila euro in più.
Un altro portale, Idealista, ha simulato un mutuo variabile da 150 mila euro di 30 anni: ad oggi il Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale d'interesse ) è dell’1,95% e una rata mensile da 539 euro; appena un anno fa lo stesso mutuo veniva pagato con un Taeg dello 0,48% e una rata mensile pari a 442 euro. Nel giro di un anno, l'aumento della rata è stata di oltre 100 euro al mese, parliamo di quasi 1300 euro in anno. Il salasso per coloro che vogliono acquistare una casa e servirsi di un finanziamento, insomma, è annunciato.
Ci sono però delle nuove formule proposte dagli istituti bancari che, almeno sulla carta, dovrebbero limitare i danni per le famiglie, evitando importi troppo grandi per le tasche di chi ha sottoscritto il mutuo. Parliamo di mutui con tasso variabile “con cap” e di quelli a rata costante. Il mutuo a tasso variabile con Cap prevede un tasso di interesse variabile e un tetto massimo oltre il quale il tasso di interesse non potrà mai salire. La scelta del tasso variabile con Cap, insomma, allontana il pericolo aumenti fuori controllo dell'importo delle rate.
Il tasso misto, invece, permette di passare dal fisso al variabile (o viceversa) più volte nel corso del contratto, con delle tempistiche però definite: se i tassi salgono, la rata resta costante e la durata del mutuo si allunga, mentre se scendono (ce lo auguriamo...) la durata diminuisce. La rata, però, rimane costante nel tempo. Il salasso così non viene evitato (si paga comunque, alla fine del finanziamento) ma si diluiscono gli esborsi mensili. Basteranno questi nuovi prodotti ad evitare seri problemi economici per chi deve sottoscrivere un mutuo? Una classica domanda da un milione di dollari che dovrà attendere almeno l'inizio del 2023 per avere una prima risposta.