Che in atto ci sia il cambiamento climatico è ormai un dato di fatto. Quel che lascia però sbigottiti e la velocità con il quale questo sta accadendo. Secondo gli scienziati, infatti, il riscaldamento globale sta avanzando a una velocità che non trova eguali negli ultimi 2000 anni ed è così esteso da riguardare il 98% del pianeta. Lo indicano due ricerche pubblicate sulle riviste Nature e Nature Geoscience, ambedue coordinate dal dottor Neukom, dell'Università di Berna. Nel ricostruire 2000 anni di storia del clima, i ricercatori hanno utilizzato 700 indicatori, come gli anelli di accrescimento degli alberi e i dati relativi all'analisi delle carote di ghiaccio e dei sedimenti marini e lacustri. Come ha riportato anche l'agenzia Ansa, è emerso, ad esempio, che la Piccola era glaciale avvenuta tra il XVI e il XIX secolo aveva toccato solo il 12% del pianeta.
L'anomalia climatica medievale, un periodo caldo che si è verificato tra il 950 e il 1250, ha riguardato il 40% del pianeta. Adesso, invece, la temperatura del pianeta starebbe aumentando sul 98% della sua superficie. La differenza la fa l'impatto delle attività umane dell'uomo, che oggigiorno è molto più alto e diffuso rispetto a mille anni fa l'impatto dell'uomo sul clima è così forte che sovrasta tutto e il pianeta risponde globalmente". Alle nostre latitudini cosa cambierà? Nelle aree di pianura tra Toscana ed Emilia Romagna le estati saranno sempre più lunghe e con temperature in genere più elevate di quanto non fosse fino alla fine degli anni '90: se fino a qualche anno fa le massime superiori a 38 gradi erano relativamente poco frequenti in queste aree, negli ultimi anno abbiamo spesso visto ondate di calore prolungate che hanno portato il termometro oltre questa soglia per più giorni di seguito.
Visto quanto accaduto negli ultimi anni, è probabile che dalle canoniche quattro stagioni si passi, più verosimilmente, a due, quanto meno in pianura
Un vero inferno e che, se il trend venisse confermato, significherebbe estati sempre più lunghe ed invivibili in città. L'unica alternativa ai condizionatori d'aria è salire di quota: già a 6-700 metri sul livello del mare anche le estati più roventi diventano ben più vivibili, anche considerando notti ben più fresche e refrigeranti rispetto a quelle afose di pianura. In linea teorica, 35 gradi in pianura corrispondono a circa 30 gradi a 700 metri sul livello del mare. Ma per alcune attività non basterà salire di quota: le stazioni sciistiche appenniniche rischiano, con questo trend, di avere una stagione invernale sempre più breve. Quest'anno è stata l'eccezione che conferma la regola: neve in abbondanza già a dicembre (fino a diventare emergenza a cavallo dell'anno nuovo, con due metri e mezzo ad Abetone) e poi primavera anticipata già da fine febbraio, con rapido disgelo a tutte le quote.
Visto quanto accaduto negli ultimi anni, è probabile che dalle canoniche quattro stagioni si passi, più verosimilmente, a due, quanto meno in pianura: una calda e secca (diciamo da aprile a ottobre) ed una mite e umida (all'incirca da novembre a marzo). Il clima nel giro di centinaia di anni ritroverà il suo equilibrio (come ha sempre fatto nel corso dei secoli), ma fino a quel momento occorrerà essere consapevoli dei veloci cambiamenti che si sono innescati e che l'uomo non può ormai fermare.