Partiamo da una notizia: dieci chilometri di coda (in ambo i sensi) e ore di attesa per un cantiere lungo meno di cento metri. Questo è accaduto la scorsa domenica sulla Statale 66, a causa del senso unico alternato nella località Tani.
Bene, adesso qualche qualche considerazione.
Le ore di attesa hanno rovinato la domenica a moltissime persone che, per necessità o piacere, volevano godersi le bellezze del nostro Appennino. Turisti o proprietari di seconde case, ma anche residenti che si spostavano da una zona all'altra della valle del Reno. Le persone stanno tornando a vivere la montagna e le strade, visto che in quell'area ferrovie non ce ne sono, è l'unico modo per raggiungere certe zone. Alternative “intelligenti”, insomma, non ce ne sono: o macchina o niente.
Non è intelligente però non prevedere un simile afflusso di persone in una domenica soleggiata di fine agosto: cosa costava gestire il senso unico alternato da una pattuglia della Polizia Municipale o da operatori privati invece che di un semaforo regolato con i tempi che si usano durante la settimana?
Certamente pattuglie della Polizia Municipale o operatori vanno pagati... ma è questo il prezzo da pagare per avere una montagna viva e accessibile? E, sottolineiamo: non stiamo parlando di una coda di qualche minuto. Parliamo di una coda di quasi dieci chilometri che, nei momenti peggiori ha portato a quasi due ore di tempo di percorrenza da Pistoia, invece dei consueti 20/30 minuti. E pensare che il cantiere in questione è alla base di un'opera fondamentale: sono le operazioni per portare il metano in montagna, lavoro estremamente apprezzato (e annunciato dallo stesso sindaco Tomasi in un intervista di Metropoli Rurali - Pistoia, Alessandro Tomasi: "Il nostro impegno per le aree montane") e del quale si sentiva il bisogno. Inutile però invitare le persone in collina o montagna se poi le si allontana con un cantiere chiuso mal gestito come questo.
Oltretutto i lavori andranno avanti ancora per molti mesi: ogni domenica di bel tempo si ripresenteranno queste code? Così le persone smetteranno di spostarsi in altura per passare una bella giornata, mentre i residenti avranno la vita impossibile ogni volta che decideranno di spostarsi da casa. Il tutto, senza contare eventuali necessità di emergenza: cosa sarebbe successo se qualcuno avesse dovuto essere trasportato d'urgenza con l'ambulanza dalla zona di Campo Tizzoro (ad esempio) al San Jacopo di Pistoia? Speriamo che chi gestisce la circolazione del traffico abbia capito la lezione e che disagi così evidenti non si ripetano più. Noi di Metropoli Rurali controlleremo la situazione anche nelle prossime settimane.